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Oggi tratterò di una curiosa leggenda della danza del ventre: la danza dei sette veli. Da come si può facilmente intuire, si è solito eseguire il ballo con sette attrezzi, appunto sette veli. La coreografia consiste nel rimuovere delicatamente i veli incastrati alla cintura, alla gonna e al bra. Tale tipologia di danza ha un valore simbolico piuttosto spiccato: l’abbandono di ogni velo rappresenta l’allontanamento dai vizi. Le ballerine si spogliano di ogni negatività dello stato umano, ed alla fine della danza, si ritrovano scevre da ogni peccato, quindi purificate. Diversi sono i miti che si attribuiscono alla nascita della danza dei sette veli, ma ancora più particolari appaiono le interpretazioni, talvolta totalmente fuorvianti. Il significato che si attribuisce a tale tipologia di danza è quindi di natura simbolica e spirituale, lontana dalla concezione della danza peccaminosa e sensuale.

Ecco a voi un’esibizione della danza dei sette veli:

La danza dei sette veli della dea Ishtar

La prima danza dei sette veli si attribuisce alla dea Ishtar. Ella rappresenta la divinità babilonese dell’amore, sposata con Tammuz. La leggenda narra che lo sposo fu rapito dalla sorella gemella e fu portato presso il mondo dei morti. Ishtar, discese negli inferi, con lo scopo di liberare il marito imprigionato. Si recò presso l’Oltretomba, ricoperta di tutta la sua gloria: gioielli e veli. Nel suo percorso Ishtar incontra sette cancelli e per essere ammessa ad oltrepassarne la soglia, si sarebbe dovuta spogliare di uno dei suoi oggetti, eseguendo una danza. Di fronte all’ultimo cancello la dea giunse totalmente nuda.

La sorella di Ishtar, irritata dalla nudità, imprigionò negli Inferi anche lei. Ciò causò sulla Terra conseguenza catastrofiche: il suolo non dava alla vita frutti e l’amore cessò di esistere. La sorella fu costretta a liberare la Dea, poiché sarebbe scomparsa la vita e nulla si sarebbe salvato. Non appena la Dea ritornò sulla terra e recuperati i suoi oggetti, il mondo riprese ad esistere.

La leggenda di Salomè

Salomè è la protagonista nel vangelo cristiano di Marco. Salomè, una danzatrice di incredibile bellezza, è la figlia adottiva nata dal matrimonio tra Erodiade ed Erode Filippo. Divenne figlia adottiva di Erode Antipa, in seguito al secondo matrimonio della madre. Erodiade, trasgredisce alle leggi ebraiche, sposando in seconde nozze Erode Antipa. Ella, infatti, già moglie di Erode Filippo, abbandona in compagnia della figlia la corte romana, preferendo quella giudaica. Era lecito, attenendosi alla giurisdizione ebraica, sposare in seconde nozze il fratello del proprio marito, solo nel caso di morte o di sterilità del marito. Tale violazione alla suddetta legge è la causa del conflitto fra il profeta Giovanni Battista e la regina Erodiade.
In occasione dei festeggiamenti del compleanno di Erode Antipa, l’artificiosa regina convince l’affascinante figlia, figliastra del festeggiato, ad esibirsi in una danza d’intrattenimento. Erode nutre un debole per la ragazza e decisamente deliziato dall’ esibizione della giovane, promette all’ abile danzatrice qualsiasi dono, anche metà del proprio regno. Salomè accetta la proposta e si esibisce con la danza dei sette veli.
L’ingenua fanciulla soggiogata della madre esprime il desiderio:  richiede su un piatto d’argento la testa del Battista. Anche se non assolutamente d’accordo, il tetrarca acconsente alla richiesta, pur di accontentare la sua amata Salomè.

 

Il dramma di Oscar Wilde

Anche Oscar Wilde, rifacendosi alla narrazione tradizionale trattata nel vangelo, si interessa alla storia di Salomè. Attribuisce però un’ accezione negativa al personaggio principale. Nel racconto biblico Salomè è una fanciulla delicata ed ingenua. Di contro, Oscar Wilde trasforma la sua figura in erotica sensuale e perversa. Salomè, qui, nutre uno spiccato interesse per Giovanni, chiamato anche Iokanaan. La donna chiede di liberare il profeta, il quale esce dalla prigione. Egli continua ad inveire contro Erode ed Erodiade. Tale temperamento inebria la giovane principessa, che subisce il fascino selvaggio e audace dell’uomo, tanto da spingerla tra le sue braccia, alla ricerca disperata di un bacio. Iokanaan, però si rifiuta.

L’amore non corrisposto porta Salomè a compiere un grave gesto per vendetta e richiede di decapitare lo sfortunato profeta. Erode, anche se in disaccordo, per timore della collera di divina, non può tirarsi indietro dalla promessa fatta: egli le promise con giuramento di darle tutto ciò che avesse domandato, a patto che lei si prestasse a ballare la danza dei sette veli. Accontenta, il capo le è stato servito su un piatto d’argento. Per soddisfare la propria perversa libidine, ella bacia finalmente la bocca del decapitato. Nel dramma di Wilde, Erode si pente del suo gesto ed inorridito dalla freddezza di Salomè, ne ordina l’uccisione.

23 Commenti su I miti sulla danza dei 7 veli

  1. Complimenti…. Questo tema fa parte di uno dei argomenti più discussi della danza del vento….il confine tra sensuale e sessuale nella danza del ventre.
    Brava 💜

  2. Questa disciplina mi affascina da sempre, il blog è pieno di informazioni molto interessanti! Seguo con piacere

  3. Bellissimo. Confermo, nella letteratura del 900 Salomè è la donna sensuale per eccellenza, moltissimi autori ne parlano, tipo Baudelaire.
    Bravissima, super interessante

  4. Una lettura davvero coinvolgente! Sconosco questo mondo, ma ad essere sincere mi sono appassionato molto leggendo questi miti.
    Unica pecca dell’articolo: io come penso anche gli altri ci aspettavamo un video dove eri tu la danzatrice.. (da buona ballerina professionista che sei) 😂😂
    Scherzo ovviamente! Bell articolo , continua così ! 😬

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