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Oggi tratterò di un tema molto affascinante e soprattutto variopinto: la storia della danza del ventre. Vi spiegherò dov’è nata e come è arrivata nel mondo Occidentale. Con molta probabilità la danza del ventre è la forma di danza più primitiva e antica: affonda le sue origini sia nelle culture orientali che mediorientali.

Ha origini antichissime, e secondo gli antropologi, quest’arte discende dall’età del Paleolitico: siamo circa nell’anno 30000 a. C. Difatti, non c’è da stupirsi se sono stati rinvenuti antichi manufatti risalenti agli anni precedenti la nascita di Cristo, che ritraevano figure femminili, ritratte in posizione simile a quelle adottate dalla danza del ventre. Esempi celebri sono la “Venere di Wilendorf” e le pitture rupestri ritrovate nei tabernacoli  in Turchia, a Catal Huyuk, rispettivamente del 25000 a. C. e del 6000 a.C. Solitamente, la danza in quell’epoca rappresentava soprattutto un rituale sacro, legato al concetto di fertilità: una relazione spirituale e religioso, tra danza e femminilità.

Si diffusero tra il 4000 e il 5000 a. C. numerosi miti, che vertevano sulla tematica della danza del ventre, ad esempio il mito della “danza dei sette veli”. Ciò accadeva poiché la maggior parte dei popoli professava religioni che idolatravano figure femminili. Le prime civiltà , proprio gli Assiri, Sumeri e Babilonesi, vedevano la danza del ventre alla stregua di una danza della vita, che esaltava il concetto della ciclicità: mettevano in stretta correlazione il ciclo della fertilità della terra con il ciclo di fertilità della donna. La danza di per sé era un momento fondamentale del rituale religioso, ancora oggi è possibile visitare le rovine dei templi e anfiteatri della Turchia e della Grecia, dove le Sacerdotesse per l’appunto danzavano in onore delle divinità femminili. Il ruolo di Sacerdotessa era molto ambito, in quanto esse rappresentavano la personificazione della Divinità, ed in alcune religioni erano considerate sacre ed erano scelte tra le giovani più istruite e appartenenti a famiglie nobili.

Volgendo lo sguardo verso l’ Egitto, possiamo ben notare che dal 2700 a. C. la società si sviluppava enormemente. Un popolo che  principalmente basava l’economia solo ed esclusivamente sull’agricoltura, si evolveva verso una comunità più avanzata, anche dal punto di vista culturale e artistico. La danza fu una delle arti maggiormente contemplata: fu considerata una forma di intrattenimento. Da qui nascono coreografie di danza, costruite sul ritmo di musiche da loro composte.

Nei secoli a venire, ossia dagli anni dell’epoca della via delle spezie, tra il XV e il XVI secolo, è ben noto che il Medio Oriente rappresentò un punto centrale per scambi, soprattutto di natura culturale. Fu il centro di battaglia del Levante, la zona contesa tra Persiani, Ottomani, Turchi, Fenici, Indiani e Spagnoli. Il Levante fu il fulcro di contaminazioni artistiche e culturali. Nell’ambito della danza, la particolare arte praticata dalle danzatrici dei templi indiani, furono d’spirazione per le danze del Medio Oriente. Sia i nomadi che i gitani, che percorrevano il vasto deserto, facevano risalire la propria origine all’India. Molti mediorientali riconducono a questi nomadi, ossia i “Cengi” dai Turchi e i “Ghawazee” dagli Egiziani, la responsabilità di molti stili più suggestivi della danza del ventre. Pertanto, un grande contributo alla diffusione di quest’arte è sicuramente da attribuire alle popolazioni, che dall’India si spostarono via terra verso l’Europa fino alle rive del Mediterraneo e da lì , diramandosi verso il Medio Oriente, il Nord Africa, l’Europa Mediterranea e dell’Est. Nel corso di questi spostamenti, la danza subì l’influenza delle diverse culture incontrate sulla sua strada, contaminandole a sua volta, fino alla nascita della danza del ventre che è oggi a noi nota.

Danzatrici orientali
Le danzatrici orientali, chiamate Ghawazee

Successivamente, a seguito della nascita del Cristianesimo e dell’ Islam, la concezione della danza cambiò radicalmente. Emersero due sentimenti contrastanti nei confronti della danza femminile: venne considerata, sì incantevole, ma venne denigrata e disdegnata, in quanto vissuta come una violazione dei fondamenti della legge. In numerosi occasioni la danza femminile fu spesso rifiutata, furono proprio uomini in sostituzione delle donne ad esibirsi nello stile che prende il nome di khawal.

Nonostante ciò, molte donne, anche non danzatrici, praticavano la danza nei confini delle proprie abitazioni e ciò permise di ereditare di generazione in generazione la danza del ventre.

In Egitto le donne intellettuali e che godevano di maggior cultura, sono divenute “alima”, o insegnanti di danza , vennero molto ricercate più tardi come intrattenitrici, specialmente nelle feste di matrimonio o altri tipi di  feste. Le Alima con maggior esperienza, crearono delle compagnie di alta qualità, e hanno goduto di una reputazione rispettabile all’interno della società.

Le Alima con maggior peso, ma anche altre danzatrici di alta società, ebbero un ruolo fondamentale per gli artisti occidentali: divennero delle muse ispiratrici. Fu proprio con lo sbarco di Napoleone in Egitto che, al Cairo, i soldati francesi ebbero modo di assistere alla danza del ventre delle gawazee, appunto le danzatrici zingare che si esibivano in accampamenti lungo le rive del Nilo. La reazione fu singolare: ne rimasero letteralmente affascinati e l’impatto fu talmente forte che i generali francesi ordinarono di perseguitare le danzatrici, a causa proprio dello scompiglio creatosi tra le truppe.

Fortunatamente, il trattamento riservato a queste donne negli anni iniziò a  modificarsi e migliorò di gran lunga. Erano proprio i viaggiatori stranieri che recandosi in Egitto per ragioni commerciali rivalorizzarono la concezione della danza del ventre.  Questi, a primo impatto non apprezzarono tale tipologia di spettacolo, poiché principalmente estranei alla musica ed inoltre erano soliti contemplare un’ideale di bellezza femminile differente dalle gawazee. Successivamente, ne rimasero affascinati fino al punto di prediligere la loro arte a quella dei migliori balletti europei.
Invero, tra il XVIII e il XIX, nella zona Occidentale esplose l’interesse e il fascino per la cultura orientale: artisti e viaggiatori europei riportarono racconti degli opulenti harem e delle danzatrici, e le odalische divennero l’icona più influente in quel periodo. Intellettuali, artisti, esploratori e scienziati furono sempre più benevoli nelle loro considerazioni sulle danzatrici del ventre “la cui bellezza traspare in tutto ciò che fanno” come scrisse il pittore francese Eugenie Delacroix. La disciplina prese il nome di “dance du ventre” a seguito dei viaggi realizzati da tali orientalisti europei nei paesi orientali alla fine del secolo XIX, tradotta in italiano in “danza del ventre”.

Mata Hari

La danza del ventre si diffuse anche in America dalla seconda metà del XIX secolo, tramite le “Grandi esposizioni” : enormi fiere itineranti famose da una parte all’altra dell’Atlantico, che portarono danzatrici mediorientali ad esibirsi di fronte ad un vasto pubblico, che ne rimaneva incantato. Il termine francese “danse du ventre”, fu adottato dagli americani e tradotto in “bellydance”. Da allora, il termine bellydance fu comunemente utilizzato per connotare “l’oriente esotico”, sia nel mondo cinematografico che su palcoscenici,  da alcuni attori di teatro famosi dell’epoca, come il “little Egypte” o i personaggi di oscar Wilde di Salomè e Mata Hari.

Negli ultimi secoli, la continua evoluzione della danza del ventre, a partire dai cabaret, ha subito numerosi cambiamenti.  Negli anni trenta e quaranta, in Egitto la richiesta della danzatrici cresceva enormemente, al punta da non riuscire a reperire ballerine a sufficienza, l’unica soluzione fu ricorrere a donne occidentali; non è raro ritrovare su una pellicola dell’epoca una breve apparizione di una danzatrice del ventre con abiti e movenze orientali e i capelli biondi!

Oggi in Medio Oriente e in Africa settentrionale in contesti lontani dalle città, la danza delle donne svolge ancora un ruolo fondamentale nelle occasioni rituali, terapeutiche o di puro divertimento. Di contro, nelle città si possono ammirare esibizioni sempre più evolute e raffinate nella tecnica interpretativa. Sia in Oriente che in Occidente oggi la danza del ventre è conosciuta prevalentemente nella sua versione cabarettistica, ciò è dovuto  principalmente alle contaminazione subite.

Appare abbastanza chiaro che il concetto di danza del ventre sia stato spesso sottoposto a fraintendimenti, occidentalizzato e denaturato. Tale danza adesso sembra essere uno stimolo per molte altre forme di espressione dell’uomo, da interpretare come una forma d’arte improvvisata, una forma di ispirazione teatrale, una pratica terapeutica o anche uno studio culturale.

Fonti: http://www.silvia-raqs.com/corsi-storia.html

storia della danza del ventre

4 Commenti su L’ origine della danza del ventre

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